21 marzo 2016

La Bohème (6) - L'incontro

Scritto da Christian

"Cinque minuti. Conosco il mestiere", aveva detto Rodolfo agli amici, rassicurandoli che non avrebbe tardato a raggiungerli al caffé: e invece la stesura dell'articolo di fondo per la rivista di cui è redattore non gli riesce rapida come pensava. "Non sono in vena", dice a sé stesso, distratto forse da un presentimento. Nella soffitta, infatti, ecco che si presenta una visione angelica. "Una donna!", esclama stupito quando Mimì bussa timidamente all'uscio. Si tratta dell'inquilina del piano di sotto, una giovane ricamatrice (si presenterà poi) giunta lì perché le si è spento il lume, ossia il candeliere, e non ha il fuoco per riaccenderlo. Anche lei, come i nostri quattro artisti, è povera e sta soffrendo il freddo in questa gelida vigilia di Natale.

Rodolfo, naturalmente, fa il galante: non solo le riaccende il candeliere ma la invita a stare vicino al fuoco e le offre un po' di vino ("Poco, poco", dice lei): anche perché la ragazza sembra debole e malata. Il breve incontro pare destinato a conclusione, e Mimì si sta dirigendo di nuovo verso il piano di sotto, quando si accorge di aver smarrito la chiave di casa, cadutale sul pavimento della soffitta. E subito dopo, sia il suo candeliere sia il lume di Rodolfo si spengono per un soffio di vento, lasciando la camera nell'oscurità. Non sono pochi gli allestimenti scenici, naturalmente, che giocano sull'ambiguità di tali coincidenze, suggerendo che sia la perdita della chiave che lo spegnimento delle candele siano "provocati" ad arte dagli stessi personaggi per avere un'occasione di conoscersi meglio!

Schermandosi a parole con forma e cortesia ("Importuna è la vicina...", "Cosa dice, ma le pare!") e brancolando nel buio, Rodolfo e Mimì a tastoni cercano la chiave di lei sul pavimento. A rinvenirla è il poeta, che però se la nasconde in tasca e finge di non averla ancora trovata. E ne approfitta per avvicinarsi alla ragazza, finché le mani non si incontrano. Il resto... sarà storia. Da notare che, nel romanzo di Murger, l'episodio della candela spenta e della chiave smarrita non riguardava Mimì ma Francine, personaggio che Puccini e i suoi librettisti fonderanno con il primo per dare vita a una figura più completa. La musica è articolata in una successione di sezioni che esprimono ciascuna un diverso stato d'animo, spesso ambivalente, da parte dei due personaggi. Più un recitativo che un vero duetto, tutta la scena è propedeutica ai due grandi numeri solistici che seguono, in cui Rodolfo e Mimì si presentano a vicenda.

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(Rodolfo si interrompe, pensa, ritorna a scrivere, s'inquieta, distrugge lo scritto e getta via la penna.)

RODOLFO
(sfiduciato)
Non sono in vena.
(Si bussa timidamente all'uscio.)
Chi è là?

MIMÌ
(di fuori)
Scusi.

RODOLFO
(alzandosi)
Una donna!

MIMÌ
Di grazia, mi si è spento il lume.

RODOLFO
(corre ad aprire)
Ecco.

MIMÌ
(sull'uscio, con un lume spento in mano ed una chiave)
Vorrebbe... ?

RODOLFO
S'accomodi un momento.

MIMÌ
Non occorre.

RODOLFO
(insistendo)
La prego, entri.

(Mimì entra, ma subito è presa da soffocazione.)

RODOLFO
(premuroso)
Si sente male?

MIMÌ
No... nulla.

RODOLFO
Impallidisce!

MIMÌ
(presa da tosse)
Il respir... Quelle scale...
(Sviene, e Rodolfo è appena a tempo di sorreggerla ed adagiarla su di una sedia, mentre dalle mani di Mimì cadono candeliere e chiave.)

RODOLFO
(imbarazzato)
Ed ora come faccio?...
(va a prendere dell'acqua e ne spruzza il viso di Mimì)
Così!
(guardandola con grande interesse)
Che viso da malata!
(Mimì rinviene)
Si sente meglio?

MIMÌ
(con un filo di voce)
Sì.

RODOLFO
Qui c'è tanto freddo. Segga vicino al fuoco.
(Mimì fa cenno di no.)
Aspetti.. un po' di vino...

MIMÌ
Grazie...

RODOLFO
(le dà il bicchiere e le versa da bere)
A lei.

MIMÌ
Poco, poco.

RODOLFO
Così?

MIMÌ
Grazie.
(beve)

RODOLFO
(ammirandola)
(Che bella bambina!)

MIMÌ
(levandosi, cerca il suo candeliere)
Ora permetta
che accenda il lume. È tutto passato.

RODOLFO
Tanta fretta?

MIMÌ
Sì.

(Rodolfo scorge a terra il candeliere, lo raccoglie, accende e lo consegna a Mimì senza far parola.)

MIMÌ
Grazie. Buona sera.
(s'avvia per uscire)

RODOLFO
(l'accompagna fino all'uscio)
Buona sera.
(ritorna subito al lavoro)

MIMÌ
(esce, poi riappare sull'uscio che rimane aperto)
Oh! sventata!
La chiave della stanza
dove l'ho lasciata?

RODOLFO
Non stia sull'uscio; il lume vacilla al vento.
(Il lume di Mimì si spegne.)

MIMÌ
Oh Dio! Torni ad accenderlo.

RODOLFO
(accorre colla sua candela per riaccendere quella di Mimì, ma avvicinandosi alla porta anche il suo lume si spegne e la camera rimane buia)
Oh Dio!... Anche il mio s'è spento!

MIMÌ
(avanzandosi a tentoni, incontra il tavolo e vi depone il suo candeliere)
E la chiave ove sarà?...

RODOLFO
(i trova presso la porta e la chiude)
Buio pesto!

MIMÌ
Disgraziata!

RODOLFO
Ove sarà?

MIMÌ
Importuna è la vicina...

RODOLFO
(si volge dalla parte ove ode la voce di Mimì)
Ma le pare?...

MIMÌ
(ripete con grazia, avanzandosi ancora cautamente)
Importuna è la vicina...
(cerca la chiave sul pavimento, strisciando i piedi)

RODOLFO
Cosa dice, ma le pare!

MIMÌ
Cerchi.

RODOLFO
Cerco.
(Urta nel tavolo, vi depone il suo candeliere e si mette a cercare la chiave brancicando le mani sul pavimento.)

MIMÌ
Ove sarà?...

RODOLFO
(Trova la chiave e lascia sfuggire una esclamazione, poi subito pentito mette la chiave in tasca.)
Ah!

MIMÌ
L'ha trovata?...

RODOLFO
No!

MIMÌ
Mi parve...

RODOLFO
In verità...

MIMÌ
(cerca a tastoni)
Cerca?

RODOLFO
Cerco!
(Finge di cercare, ma guidato dalla voce e dai passi di Mimì, tenta di avvicinarsi ad essa che, china a terra, cerca sempre tastoni: in questo momento Rodolfo si è avvicinato ed abbassandosi esso pure, la sua mano incontra quella di Mimì.)

MIMÌ
(sorpresa)
Ah!




Gianni Raimondi (Rodolfo), Mirella Freni (Mimì)
dir: Herbert von Karajan (1965)


Luciano Pavarotti (Rodolfo), Renata Scotto (Mimì)
dir: James Levine (1977)


Rolando Villazón, Anna Netrebko (2009)

Beniamino Gigli, Licia Albanese (1938)