Amor cos'è?Così diceva Despina nel primo atto. E ora la cameriera ribadisce la sua filosofia alle padrone, una filosofia all'insegna di un approccio leggero che (per citare la sua precedente aria) vede il gioco amoroso – da parte sia maschile che femminile – fatto anche di "mentite lagrime / fallaci sguardi / voci ingannevoli / vezzi bugiardi...". Esserne consapevoli fa sì che non si tratti di vero tradimento ma, appunto, di un rituale comune e condiviso. In questo nuovo recitativo, Despina rincara la dose (da notare il divertente verbo "coquetizzare"):
Piacer, comodo, gusto,
Gioia, divertimento,
Passatempo, allegria; non è più amore
Se incomodo diventa,
Se invece di piacer nuoce e tormenta.
Trattar l'amore en bagattelle:Significativa anche la frase "Noi siamo in terra e non in cielo!", che ricorda quella di Don Alfonso "E io giuro alla terra!" (l'intento è sempre quello di far scendere i sentimenti dal piedistallo di un'eccessiva idealizzazione). Alle proteste delle due sorelle ("Che diavolo! Tai cose / falle tu, se n'hai voglia"), la cameriera risponde candidamente "Io già le faccio". E infatti, di fronte all'obiezione che accogliere in casa i due forestieri (anche solo per una frequentazione innocua) potrebbe sollevare maldicenze che arriverebbero alle orecchie di Guglielmo e Ferrando, Despina replica (con un po' di vanagloria) di voler spargere la voce che essi vengono per lei. Perché "non ha forse / merto una cameriera / d'aver due cicisbei?". Quando all'altra rimostranza, a proposito dell'eccessiva foga dei due pretendenti, Despina assicura che "le cose che han fatto / furo effetto del tossico che han preso: / convulsioni, deliri, follie, vaneggiamenti; / ma or vedrete come son discreti, manierosi, modesti e mansueti". Una spiegazione che ha poco senso, visto che già prima dell'episodio del veleno i due albanesi si erano mostrati alquanto audaci e sfacciati, ma evidentemente era necessario riportare i corteggiatori nell'alveo della rispettabilità. E Dorabella e Fiordiligi sembrano inclini a crederle, tanto da chiederle consiglio su come comportarsi in loro presenza. A questo punto, la cameriera si sente in dovere di spiegar loro come funzionano le cose.
Le occasioni belle
Non negliger giammai; cangiar a tempo,
A tempo esser costanti;
Coquettizar con grazia;
Prevenir la disgrazia, sí comune
A chi si fida in uomo;
Mangiar il fico e non gittare il pomo.
La spigliata aria "Una donna a quindici anni" è un inno alla capacità femminile di fingere e compiacere gli uomini, prestando attenzione e dando speranza a tutti ("sian belli o brutti"!), mantenendo però sempre il pieno controllo della situazione ("E qual regina / dall'alto soglio, / col posso e voglio / farsi ubbidir"), una capacità che ogni ragazza dovrebbe aver sviluppato sin dall'età del debutto in società (i quindici anni citati: un tempo ci si sposava ben prima che ai giorni nostri!). Il brano si conclude con Despina che si compiace di sé stessa, suggerendo come il proprio compito di serva comprenda anche quello di provvedere alla "educazione sentimentale" delle sue padrone ("Viva Despina / che sa servir").
Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.
DESPINA
Andate là, che siete
Due bizzarre ragazze!
FIORDILIGI
Oh cospettaccio!
Cosa pretenderesti?
DESPINA
Per me nulla.
FIORDILIGI
Per chi dunque?
DESPINA
Per voi.
DORABELLA
Per noi?
DESPINA
Per voi.
Siete voi donne o no?
FIORDILIGI
E per questo?
DESPINA
E per questo
Dovete far da donne.
DORABELLA
Cioè?
DESPINA
Trattar l'amore en bagatelle.
Le occasioni belle
Non negliger giammai; cangiar a tempo,
A tempo esser costanti,
Coquetizzar con grazia,
Prevenir la disgrazia sì comune
A chi si fida in uomo,
Mangiar il fico, e non gittare il pomo.
FIORDILIGI
Che diavolo! Tai cose
Falle tu, se n'hai voglia.
DESPINA
Io già le faccio.
Ma vorrei che anche voi
Per gloria del bel sesso
Faceste un po' lo stesso;
per esempio: i vostri Ganimedi
Son andati alla guerra; infin che tornano,
Fate alla militare: reclutate.
DORABELLA
Il cielo ce ne guardi.
DESPINA
Eh, che noi siamo in terra e non in cielo!
Fidatevi al mio zelo.
Giacché questi forestieri v'adorano,
Lasciatevi adorar. Son ricchi, belli,
Nobili, generosi, come fede
Fece a voi Don Alfonso; avean coraggio
Di morire per voi; questi son merti
Che sprezzare non si denno
Da giovani qual voi, belle e galanti,
Che pon star senza amor, non senza amanti.
(da sè)
Par che ci trovin gusto.
FIORDILIGI
Perbacco, ci faresti
Far delle belle cose;
Credi tu che vogliamo
Favola diventar degli oziosi?
Ai nostri cari sposi
Credi tu che vogliam dar tal tormento?
DESPINA
E chi dice che abbiate
A far loro alcun torto?
DORABELLA
Non ti pare
Che stia torto bastante
Se noto si facesse
Che trattiamo costor?
DESPINA
Anche per questo
C'è un mezzo sicurissimo:
Io voglio sparger fama
Che vengono da me.
DORABELLA
Chi vuoi che il creda?
DESPINA
Oh bella! Non ha forse
Merto una cameriera
D'aver due cicisbei? Di me fidatevi.
FIORDILIGI
No, no; son troppo audaci
Questi tuoi forestieri.
Non ebber la baldanza
Fin di chieder dei baci?
DESPINA
(da sè)
Che disgrazia!
(forte)
Io posso assicurarvi
Che le cose che han fatto
Furo effetto del tossico che han preso:
Convulsioni, deliri,
Follie, vaneggiamenti;
Ma or vedrete come son discreti,
Manierosi, modesti e mansueti.
Lasciateli venir.
DORABELLA
E poi?
DESPINA
E poi?
Caspita, fate voi.
(da sè)
L'ho detto che cadrebbero.
FIORDILIGI
Cosa dobbiamo far?
DESPINA
Quel che volete.
Siete d'ossa e di carne,
O cosa siete?
Clicca qui per il testo di "Una donna a quindici anni".
DESPINAUna donna a quindici anni
Dee saper ogni gran moda,
Dove il diavolo ha la coda,
Cosa è bene e mal cos'è.
Dee saper le maliziette
Che innamorano gli amanti,
Finger riso, finger pianti,
Inventar i bei perché.
Dee in un momento
Dar retta a cento,
Colle pupille
Parlar con mille,
Dar speme a tutti,
Sien belli, o brutti,
Saper nascondersi
Senza confondersi,
Senza arrossire
Saper mentire
E, qual regina
Dall'alto soglio,
Col posso e voglio
Farsi ubbidir.
(da sè)
Par ch'abbian gusto
Di tal dottrina;
Viva Despina
Che sa servir.
Adelina Scarabelli (Despina)
dir: Riccardo Muti (1989)
Cecilia Bartoli | Lucia Popp |
Graziella Sciutti | Ileana Cotrubaş |
Infine, una versione dall'allestimento un po' "discutibile" (la regia è di Claus Guth)...
Patricia Petibon (Despina)
dir: Ádám Fischer (2009)
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