27 luglio 2017

Così fan tutte (22) - "La mano a me date"

Scritto da Christian

Avendo forse imparato dal fallimento dei precedenti tentativi di seduzione, quando si erano mostrati troppo audaci e invadenti, Guglielmo e Ferrando si presentano ora intimiditi e titubanti di fronte alle due belle: terminata la serenata, rimangono muti ed immobili, proprio mentre le dame, anziché fuggirli, li incoraggiano a parlare (così come fa l'impertinente Despina: "Animo, via, coraggio: avete perso l'uso della favella?").

Ma i due forestieri sembrano aver smarrito tutta la baldanza e l'eloquenza che li avevano caratterizzati nel primo atto: esitano, balbettano e si impappinano, rimbalzandosi a vicenda il compito di parlare ("Madama!", "Anzi, Madame!", "Parla pur tu", "No, no, parla pur tu"). Tocca a Don Alfonso e Despina, a questo punto calati scopertamente nel ruolo di intermediari o paraninfi, mettere loro in bocca le frasi giuste (non dopo che Alfonso stesso abbia chiarito ancora una volta cosa pensi dell'eccesso di formalità o di riserbo che tiene a distanza i quattro amanti: "Lasciate tali smorfie del secolo passato").

Il breve quartetto (anche se è praticamente un duetto con pertichini) si pone al confine fra lo spirito dell'opera buffa e quello del dramma sentimentale, perchè in fondo l'imbarazzo dei due uomini è simulato ma in parte forse anche reale. Don Alfonso recita al posto dei due uomini una galante dichiarazione d'amore (Ferrando e Guglielmo si limitano a ripetere alcune parole come pappagalli), terminando con uno dei suoi motti di spirito ("Non può quel che vuole, vorrà quel che può"), mentre Despina risponde per conto delle ragazze. Da notare la frase "Quello che è stato è stato, scordiamci del passato", che anticipa una celebre canzone napoletana (il che, vista l'ambientazione dell'opera, casca a pennello):

Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto...
Chi ha dato, ha dato, ha dato...
Scurdámmoce 'o ppassato,
Simmo 'e Napule paisá!
Infine i due "sensali" se ve vanno alla chetichella, lasciando da sole le due coppie in giardino, con le donne al braccio degli uomini, e commentando "Le stimo più del diavolo / s'ora non cascan giù".


Clicca qui per il testo del recitativo che precede il brano.

DON ALFONSO
(ai servi che portano bacili con fiori)
Il tutto deponete
Sopra quei tavolini, e nella barca
Ritiratevi, amici.

FIORDILIGI E DORABELLA
Cos'è tal mascherata?

DESPINA
Animo, via, coraggio: avete perso
L'uso della favella?
(La barca s'allontana dalla sponda)

FERRANDO
Io tremo e palpito
Dalla testa alle piante.

GUGLIELMO
Amor lega le membra a vero amante.

DON ALFONSO
Da brave, incoraggiateli.

FIORDILIGI
(agli amanti)
Parlate.

DORABELLA
Liberi dite pur quel che bramate.

FERRANDO
Madama!

GUGLIELMO
Anzi, Madame!

FERRANDO
Parla pur tu.

GUGLIELMO
No, no, parla pur tu.

DON ALFONSO
Oh, cospetto del diavolo!
Lasciate tali smorfie
Del secolo passato. Despinetta,
Terminiam questa festa;
Fa tu con lei, quel ch'io farò con questa.

Clicca qui per il testo di "La mano a me date".

DON ALFONSO
(prendendo per mano Dorabella)
La mano a me date,
(Despina prende Fiordiligi.)
Movetevi un po'!
(agli amanti)
Se voi non parlate,
Per voi parlerò.
Perdono vi chiede
Un schiavo tremante;
V'offese, lo vede,
Ma solo un istante;
Or pena, ma tace...

FERRANDO E GUGLIELMO
Tace...
(Gli amanti ripetono tutte ultime parole colla stessa cantilena.)

DON ALFONSO
Or lasciavi in pace...

FERRANDO E GUILELMO
In pace...

DON ALFONSO
Non può quel che vuole,
Vorrà quel che può.

FERRANDO E GUGLIELMO
(Ripetono due intieri con un sospiro.)
Non può quel che vuole,
Vorrà quel che può.

DON ALFONSO
Su, via rispondete;
Guardate e ridete.

DESPINA
(si mette davanti le due donne)
Per voi la risposta
A loro darò.
(alle signore)
Quello che è stato, è stato,
Scordiamci del passato.
Rompasi omai quel laccio,
Segno di servitù.
A me porgete il braccio,
Né sospirate più.
(Prende la mano di Dorabella, Don Alfonso quella di Fiordiligi e fa rompere il laccio agli amanti, cui mettono al braccio dei medesimi.)

DESPINA E DON ALFONSO
(sottovoce a parte)
Per carità, partiamo;
Quel che san far veggiamo.
Le stimo più del diavolo
S'ora non cascan giù.
(partono)




Claudio Desderi (Don Alfonso), Adelina Scarabelli (Despina),
Josef Kundlak (Ferrando), Alessandro Corbelli (Guglielmo)
dir: Riccardo Muti (1989)


Nicolas Rivenq (Don Alfonso), Ainhoa Garmendia (Despina),
Topi Lehtipuu (Ferrando), Luca Pisaroni (Guglielmo)
dir: Iván Fischer (2006)


José Van Dam, Dawn Upshaw

Claudio Nicolai, Eirian James